Si può educare alla gentilezza?

Oggi è la Giornata Mondiale della Gentilezza, proclamata dal World Kindness Movement (Movimento mondiale per la gentilezza), nato a Tokyo nel 1988, e arrivato in Italia grazie a Giorgio Aiassa nel 2000.

Per essere gentili non ci vuole poi molto.

Qualche esempio concreto di gentilezza lo fornisce la Onlus Gentletude, che, attraverso i suoi progetti (per i ragazzi nelle scuole, per adulti, un giornale e un premio annuale), cerca di diffondere la gentilezza nella società moderna:

- Non usare il cellulare sui mezzi di trasporto pubblici

- Fare un dono inatteso, magari anche solo una lettera (scritta a mano) ad un amico che non si vede da tempo

- Scrivere un messaggio che si vorrebbe ricevere e abbandonarlo anonimamente in un luogo pubblico

- Sorridere.

 

C’è pure chi si è inventato i Giochi della Gentilezza: Luca Nardi (laureato in scienze motorie e esperto in etica dei giochi di movimento) gira l’Italia portando, attraverso le attività ludiche, più gentilezza nel mondo dei bambini (fin dai 2 anni) e di chi vive a stretto contatto con loro (genitori e insegnanti).

 

Iniziative lodevoli, che sento molto vicine al mio modo di essere e al mondo che vorrei.

Ma che mi insinuano un dubbio: nella società in cui viviamo c’è proprio bisogno che qualcuno ci stimoli alla gentilezza?

 

Con tristezza, mi sento di pensare che forse si, il bisogno c'è eccome.

 

Avevo affrontato il tema già qualche mese fa (si, anche questa volta si parla di mesi!) con la dott.ssa Paola Taufer - psicologa clinica.


“Oggigiorno la società è permeata di individualismo e voglia di autoaffermazione – dice la dottoressa – Del resto, dalla metà degli anni 90, la tv spazzatura non ha certo aiutato: chi urlava di più aveva più audience. L’arroganza è il modello a cui ci hanno abituati, lasciandoci orfani della cortesia”

 

Cos’è la gentilezza?
“Si esprime in molti modi, ma possiamo vederla come una manifestazione di rispetto e attenzione per gli altri, capace di contrastare il degrado nei rapporti umani. La gentilezza fa stare bene gli altri. E soddisfa anche chi la attua”.

 

Chi è cortese tende a comprendere meglio gli altri, rispettandone i desideri e la posizione.


“Bisogna sempre ricordare  che le parole e il modo in cui le parole vengonoo dette hanno effetti profondi su chi le ascolta. Usando contenuti e toni gentili, è possibile ottenere di più.

Essere gentili non è obbligatorio, ma permette di stabilire un clima migliore, in quanto il suo nucleo centrale è far star bene l’altro”

 

E i bambini?

"Si accorgono che, se orientano il discorso verso la cooperazione con l’adulto, usando toni gentili, solitamente ottengono molto di più.


Ed è basilare che i bambini si abituino a tenere in considerazione chi sta con loro: solo in questo modo costruiranno una personalità socievole."

 

E non pensiate che la cortesia sia compresa solo dai bambini “grandi”: se è vero che in un role play con bambini di 8 anni, quasi l’85% di loro è in grado di esprimere richieste cortesi, la cortesia può essere espressa già a 15 mesi.

 

La cortesia, quindi, è parte della personalità di ogni individuo, ma si può acquisire. 

 

A quattro anni i bambini già dimostrano di preferire e scegliere – se viene loro proposta - l’opzione gentilezza. E quindi crescendo con persone gentili, possono apprendere a porsi in maniera cortese.


Ma ricordiamo: "se chi li protegge, li ama ed è il loro punto di riferimento si comporta in modo scortese, i bambini non potranno che seguire l'esempio e comportarsi allo stesso modo.”


E non dimentichiamo che la cortesia è una via per usare l’intelligenza: dimostra di capire il mondo e le situazioni. Quindi aiutare un bimbo a crescere in un ambiente gentile, gli fornirà un bagaglio di cortesia di cui potrà certamente fare buon uso nella vita.

 

E, forse, garantirgli un mondo più piacevole in cui vivere.

 

E, per iniziare a iniettare un po' di cortesia nei nostri bambini (e continuare a  riflettere anche noi adulti), ecco alcuni Giochi della Gentilezza, di cui vi lascio un piccolo esempio.

 

GENTILEZZA CON IL CUORE scrivi o disegna uno o più messaggi gentili (con il cuore e con la testa) ricchi di attenzione e bellezza a persone che conosci o che conosci a malapena senza aspettarti niente in cambio, neanche una risposta.