Alla maniera di Starnone
/Di quando in quando cercavamo il momento in cui metterci in posa e scattare foto “costruite”. Non tanto per vanità, quanto per il divertimento di pensare a una nuova composizione che rappresentasse il nostro legame, e per vedere se il risultato corrispondeva a quel che avevamo immaginato. Lo abbiamo fatto al mio addio al nubilato nell’area relax delle terme, una sera in cui avevamo tutte indossato dei top allacciati dietro il collo, l’anno scorso dopo un meraviglioso pranzo in cui festeggiavamo i 20 anni di amicizia.
E così anche durante quel fine settimana di circa 17 anni fa, passato insieme sul Garda, avevamo trovato l’occasione e studiato la disposizione per questo autoscatto, che, incorniciato, mi fa compagnia appeso nel mio studio.
Ci siamo noi, sedute su una scala di sassi, circondate da alberi di ulivo, piante di oleandro e alloro e qualche fiore di un intenso cremisi. Siamo una dietro l’altra come in un trenino: io davanti, e, a salire, proprio dietro di me, Cristiana, poi Tiziana e infine Paola, in un’alternanza di teste e sorrisi: destra, sinistra, destra, sinistra.
Noto oggi per la prima volta la mia mano sinistra, appoggiata sul ginocchio di Cristiana, intrecciata alle sue dita. È stato un duro colpo sapere che sarebbe andata a vivere in Australia, pochi anni dopo quella foto. Paola, che è tornata lo scorso anno a vivere definitivamente a Cremona dopo quasi trent’anni di pendolarismo su Trento, abbraccia invece Tiziana, che dopo il matrimonio si è trasferita a Rovereto.
Esprimiamo serenità, in quell’immagine, chi con dinamismo, chi con pacatezza, chi con determinazione, chi con giocosità, ciascuna a suo modo e secondo la propria indole.
Indole che, con tutte le vicende che la vita ci ha portato ad affrontare e la distanza che ci separa nel vivere quotidiano, resta ben riconoscibile in ognuna di noi quando ci ritroviamo tutte e quattro, proprio come vent’anni fa, e le nostre anime si scoprono più vicine che mai.