L'anoressia: come riconoscerla e affrontarla
/Essere genitori è una questione delicata.
Mettendo da parte per un momento le meravigliose emozioni ed esperienze che ci invadono il cuore, le responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri figli sono tantissime, e non sempre ci sentiamo pronti ad affrontare ogni situazione con competenza. In effetti, nessuno ci ha fornito un libretto delle istruzioni, e può capitare di trovarsi spiazzati di fronte a problematiche che non ci hanno mai toccato prima, neppure da ragazzi, o che vorremmo riuscire a gestire nel modo migliore per supportare e affiancare i nostri bambini. Anche quelli più cresciuti.
Proprio pensando a loro è nata l'idea di affrontare il tema dei disturbi alimentari, e dell'anoressia in particolare. Ne ho parlato con la dottoressa Paola Taufer, psicologa clinica giornalista.
Ecco quanto è emerso.
Una definizione:
L’ANORESSIA nervosa è diagnosticata secondo i criteri del DSM V, in base ai seguenti elementi:
a. Limitazione dell’assunzione di cibo rispetto al fabbisogno calorico, con conseguente peso corporeo al di sotto della media per sesso ed età.
b. Intensa paura di acquistare peso o diventare grassi, o un persistente comportamento che interferisce con l’aumento di peso, anche in caso di un peso significativamente basso.
c. Disturbo nel modo in cui la forma e il peso del proprio corpo sono vissuti.
Nell’ambito di tale disturbo si distinguono inoltre due sottotipi:
1. Con restrizioni: durante gli ultimi tre mesi, l’individuo non ha riportato episodi di abbuffate o condotte di eliminazione, come ad esempio l’uso improprio di lassativi.
2. Con abbuffate/condotte di eliminazione: durante gli ultimi tre mesi, l’individuo ha riportato ricorrenti episodi di abbuffate o condotte di eliminazione.
Chi colpisce:
La dottoressa Taufer ha riportato dati allarmanti su come tale disturbo, terza causa di malattia cronica negli adolescenti ed unica malattia mentale che porta alla morte, stia evolvendo: il 90% delle persone affette da anoressia è di sesso femminile, di un'età compresa fra gli 11 e i 14 anni. Ma aumentano i casi precoci, fin dai 9 anni.
Come si manifesta:
Si tratta di una malattia subdola, difficilmente riconoscibile sia per la tendenza di chi ne è affetto a normalizzare il modo mangiare per nascondere la cosa, sia perché spesso gli stessi genitori (forse per paura o per incapacità di gestione della situazione) negano il problema.
E questo, anche per il pediatra o il medico curante, complica notevolmente la possibilità di individuazione della malattia.
L’esordio di questa patologia è spesso graduale: lento e insidioso, a volte è innescato da un evento scatenante (una perdita, un insuccesso, una separazione, un cambiamento di città,…).
Caratteristiche dei soggetti più a rischio:
Si tratta principalmente di bambine timide e remissive, perfezioniste, competitive, tese ad ottenere il massimo nelle cose, e di frequente brave a scuola. Caratterialmente spesso chi è affetto da anoressia è contraddistinto da un’estrema rigidità mentale, e vive con una modalità di pensiero che non vede vie di mezzo.
Fra i segnali da tenere sott'occhio vi è una bassa autostima, il ritiro sociale (che può condurre ad uno stato depressivo). Ma occhio anche a chi compra tanto cibo, colleziona ricette, cucina abbondantemente arrabbiandosi se gli altri non mangiano (ma lei/lui non tocca cibo).
Cause:
Fra i fattori rilevanti vi è la relazione che hanno le ragazze e i ragazzi colpiti da questa malattia con la loro madre.
Vi è indubbiamente un richiamo forte al mito della bellezza corporea, e questo è spesso legato a comportamenti della madre che, dando eccessiva importanza all’essere bella, sempre a posto e in ordine, ecc, influenza i figli.
Ma è soprattutto l’incapacità di lasciarli andare, di concedere loro l’indipendenza adeguata in base all’età, la causa scatenante di questo disturbo, così come una mamma depressa, o la spinta dei propri figli ad una competitività esasperata (“devi fare meglio”, “devi essere il primo").
Alla base può esserci anche un rifiuto dei caratteri sessuali: si tratta comunque di un modo per non crescere.
Cosa comporta:
Nelle ragazzine tutto ruota attorno al peso e al cibo. Soprattutto il peso è un fattore fondamentale da monitorare, può condurre a problemi fisici rilevanti, come l’amenorrea (assenza del ciclo per almeno tre mesi).
L'anoressia porta ad un'alterazione dell'immagine corporea (dismorfofobia): la ragazza (o il ragazzo) ha un’immagine distorta di se stessa (viso e corpo) e si vede grassa anche quando è ormai estremamente magra. E spesso le ragazze anoressiche non vanno dal medico perché, nonostante frequenti svenimenti, ritengono di stare bene.
Come porsi nei confronti di chi manifesta questi disturbi:
I genitori devono evitare di far pesare quanto questa situazione dicendo ai figli quanto loro stessi stiano male. Frasi del tipo "ti rendi conto di quanto ci fa star male?" vanno accuratamente evitate.
È invece importante mantenere il contatto e far sentire la propria vicinanza; vanno quindi bene quindi frasi come: "non ti lasciamo sola, ti vogliamo bene".
Terapia:
Spesso nei casi di anoressia la terapia viene fatta a livello familiare. In una stanza con un vetro oscurato vengono osservate le reazioni dei vari familiari (spesso video registrati) per capire come ognuno affronta la cosa.
Esiste a Trento il Centro Cura Disturbi Alimentari, ove un equipe multidisciplinare lavora per aiutare chi soffre di anoressia. Con questa malattia, infatti, è importante lavorare da diversi punti di vista: quello del medico, dello psicologo, dell'educatore, del dietista, ecc…
Quale futuro per chi soffre di anoressia:
Solo il 30% dei malati di anoressia può dirsi veramente guarito. Normalmente chi soffre di anoressia resterà magro per tutta la vita, spesso sottopeso, e manterrà un approccio al cibo problematico.
L'anoressia, insomma, segna molto chi ne ha sofferto, ma grazie ad una corretta terapia ed aiuto, è possibile per gli ex anoressici vivere una vita normale, imparando a gestire il rapporto con il cibo.
Diverse forme di disturbo alimentare:
Esiste un sottotipo di anoressia che si confonde alla bulimia: un'alternanza di digiuni e abbuffate (compensate con vomito e lassativi).
Ed un evoluzione della malatttia è la drunkoressia. Il termine è stato coniato dai giornalisti del New York Times, e definisce una nuova moda fra i ragazzi, ovvero l'alternanza fra digiuni prolungati durante il giorno per assumere alcol dall’ora dell'aperitivo in poi. In questo modo le calorie ingerite sono inferiori e l'effetto dell'alcol molto maggiore.
Siti a favore dell’anoressia:
Parlando con la dottoressa Taufer, una delle cose che mi ha colpita sgradevolmente è stato scoprire che esistono dei blog cosiddetti "pro ana" (pro anoressia). Ne sono stati identificati oltre 400: molti sono spariti, ma altri sono stati cammuffati per evitarne l’individuazione.
Si tratta spesso di siti dai nomi romantici di donna (che citano farfalle, cigni, ecc…), al cui interno appare l’immagine di una parte del corpo di una donna molto magra, in cui si spinge molto verso una modalità di pensiero legata ad un fortissimo autocontrollo.
Al loro interno si trovano scambi di informazioni sui calcoli delle calorie, e suggerimenti su come perdere peso velocemente e senza farsi accorgere dai genitori e dagli amici, arrivando addirittura a spiegare come nascondere allo psicologo di aver vomitato 5 minuti prima solo cambiando correttore o fondotinta.
Per trovare aiuto:
Centro Cura Disturbi Alimentari - Trento
Associazione Nazionale AIDAP - Verona
AMA Auto Mutuo Aiuto - Trento.