Gioco d'azzardo: la fotografia dell'attuale situazione in Trentino

Il gioco d’azzardo è un fenomeno in crescita. Le opportunità di accesso al mondo dell’azzardo si sono moltiplicate, includendo anche l’on line, che attira quotidianamente un enorme numero di persone.

 

Dai primi anni del 2000 ad oggi sono aumentate anche le tipologie di attività di azzardo: le strategie di marketing mirano ad ampliare il numero di giocatori con modalità ben precise. Ogni nuovo tipo di gioco d’azzardo, infatti, è pensato per colpire target ben differenziati: chi si è già affezionato a determinate attività di azzardo viene fidelizzato a quelle, mentre sempre nuove idee nascono per attirare diverse tipologie di persone.

 

Se da un lato sono in aumento le persone che si avvicinano a queste attività, dall’altro sta aumentando la consapevolezza a livello sociale dell’esistenza di forme patologiche e molto pericolose di  gioco d’azzardo, che sono – fortunatamente – curabili.

 

AMA – Associazione di Auto Mutuo Aiuto – a Trento è da anni coinvolta nell’ascolto e nell’aiuto delle persone che – catturate nella rete dell’azzardo – cercano di uscirne. I dati sono importanti: fra il 2000 e il 2010 si contavano una decina di casi all’anno. Nel 2012 si sono avute 80 nuove richieste di aiuto (60%che arrivano direttamente dai giocatori, e 40% da parte di amici e familiari che chiedono come poter aiutare i loro cari ad uscire da questo vortice).

Nel 2013 AMA ha già accolto 98 richieste di sostegno in queste ambito.

L’aumento del numero di persone che chiedono un supporto concreto per uscire da questo problema è indubbiamente positivo, ma molti sono ancora quelli che fanno difficoltà a riconoscere la loro situazione ed a cercare un aiuto: si stima che ai servizi arrivi 1 giocatore su 100. Per uno che ne esce, 99 stanno ancora giocando.

 

Ai dati di AMA si devono aggiungere anche quelli del SERT, dove i giocatori d’azzardo giungono solitamente a seguito di almeno 5 anni di dipendenza.

 

La fotografia del giocatore tipo non è omogenea: si tratta spesso di persone che hanno tempo libero a disposizione (disoccupati, ma anche chi lavora su turni o pensionati), e, mediamente, dalla bassa scolarità.

L’età media di chi arriva da Ama è fra i 40 – 50 anni, ma non mancano i settantenni o i ventenni (sul mondo dei più giovani, per ora, non si hanno ancora casi conclamati. Ma è già tristemente chiaro che i giovani giocatori di oggi saranno quelli che nei prossimi anni chiederanno aiuto).

L’80% sono uomini, e 1 su 3 giocatori lamenta forme di depressione, attacchi di panico e ansia. Nulla di strano, in realtà, se si pensa alla enorme quantità di capitali che vengono persi, ed ai conseguenti debiti che i giocatori si trovano a  dover fronteggiare.

 

Ama inizia ad occuparsi di Gioco d’azzardo fra il 1998 e il 1999, quando il problema è ancora di nicchia, accogliendo la richiesta di aiuto da parte di 7 – 8 persone. Intorno al 2010 si nota un aumento di richieste (dato anche dall’aumento delle possibilità di gioco).

Ama definisce quindi un protocollo d’intesa con il SERT, creando modalità di collaborazione organica.

In parallelo, il Comune di Trento e quello di Rovereto iniziano a ricevere delle mozioni in cui si chiede come si stiano muovendo e cosa stiano facendo per contrastare il gioco d’azzardo. Le Circoscrizioni hanno percepito il problema, e i Comuni contattano AMA per capire come possono muoversi.

 

Inizia così una lunga serie di incontri e confronti con baristi (Confesercenti), tabacchini(Fit), banche, e tutte quelle realtà in qualche modo coinvolte nel mondo dell’azzardo e dei giocatori, finché nel maggio 2011 gli incontri informali portano alla sottoscrizione di un’Alleanza di impegno etico e morale, con lo scopo di favorire l’accesso ai servizi e ridimensionare il problema.

 

Il gruppo è formato da realtà diverse, ognuna delle quali porta la propria visione e le proprie competenze per contrastare questa piaga sociale.

 

Nascono i primi regolamenti nei Comuni di Trento e Rovereto per limitare l’accesso al gioco d’azzardo, e con la finanziaria 2011 i Comuni possono legiferare autonomamente in merito.

E sono diversi i Comuni che hanno agito di conseguenza, lottando per la salute pubblica  e la tutela dei cittadini.

Alcuni di loro si sono trovati a dover affrontare battaglie legali contro i colossi delle slot machine, che attaccano con la scusa del libero mercato: “se i tabacchini possono avere il Gratta e vinci, perché noi non possiamo mettere le slot machine?”

La battaglia legale è ancora in corso, ma fortunatamente fino ad ora in Trentino hanno dato ragione ai Comuni (cosa che non è avvenuta in altre regioni italiane).

 

Ciò che serve ora è un cambiamento culturale, ma si tratta di un processo lento e difficile; serve porre attenzione alla prevenzione, e in queste senso sta viaggiando l’Alleanza: dopo aver portato a Trento la mostra “Fate il Vostro Gioco” – primo lavoro comune – a novembre è stato il momento di nuove adesioni e nuove firme: l’Alleanza è infatti aperta a soggetti pubblici e privati che vogliano unirsi nel contrastare questa nuova forma di dipendenza.

 

Attraverso l’istituzione di tavoli in cui i soggetti sono suddivisi a seconda delle competenze, l’Alleanza affronta diverse tematiche. Ci si occupa della creazione di un bollino etico, che dia un riconoscimento morale per la rinuncia alle slot (si parla soprattutto dei bar, ma anche di tutte quelle attività che potrebbero guadagnare qualcosa promuovendo in qualche modo il gioco d’azzardo). Ci si impegna nell’organizzazione della data trentina dello Slot Mob (movimento nazionale di sensibilizzazione che sta girando l’Italia).

 

Fra le varie novità a cui l’Alleanza sta lavorando ci  sono uno sportello finanziario e legale dedicato al gioco d’azzardo, al quale i cittadini in difficoltà si possano rivolgere per un aiuto o una consulenza, e la creazione di un fondo che permetta di sostenere le attività del Tavolo, e continuare il lavoro fino ad ora svolto.